Storia

Published on Aprile 2nd, 2019 |   Auro Accurso

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Due negozi storici

Commercio al minuto a Gorizia

Di Agostino Colla
 
Il settore del commercio e dell’artigianato svolge un ruolo di primaria importanza nello sviluppo del sistema economico goriziano. Il commercio è inoltre un fattore fondamentale per le politiche a sostegno dell’attrattiva turistica e dei processi di trasformazione, riconversione e mantenimento del tessuto urbano. In questo contesto una funzione cruciale viene svolta dai negozi di vicinato che animando i centri urbani, costituiscono un primario fattore di organizzazione degli spazi e dei ritmi urbani. La valorizzazione del commercio urbano e del piccolo artigianato, tuttavia, non può realizzarsi solo per iniziativa del singolo operatore commerciale, ma richiede l’adesione degli operatori a una visione strategica e di investimento comune, così come una capacità di regia e di coerente sostegno da parte del Comune.
A pesare sui negozi tradizionali è soprattutto la deregulation delle aperture delle attività commerciali: il regime attuale, che prevede la possibilità di rimanere aperti 24 ore su 24 per 365 giorni l’anno, è insostenibile pr i piccoli negozi, che continuano a perdere quote di mercato a favore della grande distribuzione. Se non si modificherà la normativa, i negozi non agganceranno mai la ripresa dei consumi e continueranno a chiudere. Due esempi qui mostrano come tali attività resistano solo per bravura o l’ostinazione dei loro gestori. Esempi significativi che la dicono lunga
 sullo stato delle cose. Forse due realtà che guardano al passato ed ai fasti per cui il commercio
 locale era conosciuto e che riflettono l’oggi in tutte le sue contraddizioni.
 
Donato Celoro Negozio di pelletterie e accessori di pelletteria – Via Carducci, 31 Gorizia.
L’attività di produzione e commercio di pellami data più di 150 anni. Jordan Drufowka, nato nella città di Ajdovscina ma di origini polacche, nl 1866 iniziò questa attività, per il tempo assai fiorente e sviluppata, nella città di Gorizia. La ditta in questione era specializzata nella produzione e confezionamento di pelli di cuoio e di tomaie per calzature. La stessa ditta, nel tempo, aprì altri due negozi in città per la commercializzazione di equipaggiamenti di cavalli e di cordami. La stessa attività possedeva anche una conceria di cuoio a vapore adatta alla produzione completa di scarpe. L’attività produttiva si allargò a tal punto da coprire buona parte dei territori dell’Impero Asburgico tanto che, in un registro conservato gelosamente dall’attuale proprietario Donato Celoro, testimonia i nomi dei clienti provenienti da tutto l’impero. A lui succedette il figlio Rudolf fino agli inizi degli anni ’20 del Novecento ed a questi subentrò un lavorante della stessa ditta, il sig. Bruno Saunig fino al 1932. Successivamente, la proprietà passò sotto la direzione del sig
. Anton Ternovec, chiamato poi a dirigere la banca Agricola di Gorizia e, personalmente, mantenne la gestione dell’attività fino al 1966. Da quella data, fino al 1996, la gestione passa alla famiglia di Eligio Bensa. In seguito, fino ad arrivare ai giorni nostri, la proprietà è in carico a Donato Celoro che, da persona veramente gentile e premurosa, si mostra estremamente disponibile con la clientela 
che frequenta il suo negozio. Ancora oggi, e può sembrare una forma veramente residuale ed anacronistica, è possibile trovare una ricca scelta di prodotti legati al cuoio ed ai pellami ed alle loro lavorazioni.
Lucchesi s.a.s. Via Carducci, 20 Gorizia.
La storia della famiglia Lucchesi nel tessuto imprenditoriale della città di Gorizia, risale a 100 anni fa. Ludvik Lukežič nasce a Savogna d’Isonzo nel 1880. Terminati gli studi, trova da subito impiego presso la Narodna Tiskarna – tipografia del popolo, in via Favetti 9, di proprietà del giornalista sloveno Anton Gregorčič, dove vuole imparare l’arte della stampa. Si dimostra fin da subito abile imprenditore, impegnandosi contemporaneamente sia nel commercio, sia nella politica. Apre nel 1923 la Narodna Knjigarna – libreria del popolo in via Carducci, un vero patrimonio per la città: salotto per poeti, scrittori, luogo di cultura ed intellettualità. Accanto alla tipografia ed alla libreria, nel 1924, apre la falegnameria Ludvik Lukežič, con ben 63 dipendenti occupati. E’ stato fondatore della Kmečka Posojilnica – Banca agricola, inaugurata a Gorizia nel 1908. Alla scomparsa del titolare Ludvik, nel ’63, l’attività passa nelle mani del figlio Vladimiro che lavora assieme ai suoi collaboratori. Al nuovo proprietario spetta l’intuizione di ampliare il “raggio d’azione”. Nella tipografia vengono stampati libri in sloveno (tra cui anche i promessi sposi di Alessandro Manzoni), manifesti, riviste e calendari. Era allora l’unica tipografia a Gorizia che disponeva di lettere slovene e di attrezzatura legatoria di libri. La ditta Lucchesi diventa quindi il fornitore di cancelleria e materiale didattico per uffici, Comuni, Enti pubblici e scuole di tutto il Friuli Venezia Giulia. Nella falegnameria si producevano banchi scolastici per le scuole di tutta Italia. Con l’avvento del fascismo e le leggi razziali, il negozio deve cambiare nome ed assume quello di libreria Carducci. Un po’ alla volta arrivano in libreria giocattoli per la prima infanzia, arredo natalizio e carnevalesco, unito ad abbigliamento tirolese. Alla morte di Vladimiro Lucchesi, nel 2008, l’attività passa nelle mani della figlia Lucia Lucchesi che sta continuando la tradizione di famiglia. Il marchio Lucchesi è stato inserito nel prestigioso elenco delle attività commerciali storiche della città di Gorizia.
 
I due esempi che qui sintetizzo, chiaramente mostrano il background dal quale sono nati, lo stesso che ha permesso loro di affermarsi sulla piazza economica di goriziana. Ma fino a quando? Specialità e competenza, non disgiunte dalla capacità di ascolto dei loro proprietari, permettono ad essi di continuare con un buon successo l’attività economica. Lucia e Donato sono due esempi chiari di cosa possa significare essere commercianti ora a Gorizia. Il confronto con la grossa distribuzione è battaglia persa fin da subito. Rimane la specificità e la passione che infondono nel loro lavoro che gli permette di continuare questa avventura…perché è di questo che si può tranquillamente parlare! Una delle caratteristiche principali del passato riferite al nostro commercio al minuto era quella del comprendere le esigenze del cliente e del conseguente giusto consiglio dato dal commerciante. Caratteristica di cui il commerciante stesso andava giustamente orgoglioso. Quanto di questo ancor oggi rimane e conta qui nel rapporto tra venditore e cliente? Poco forse, o niente addirittura. Il commercio è oramai sacrificato sull’altare del consumismo più sfrenato. Nulla si aggiusta più e nulla è fatto per durare ed essere conservato al meglio, magari anche per essere tramandato, fosse pure una statuina di un presepio o un borsa di pelle da ringiovanire…
Con queste semplici domande, un commercio concepito con tali assunti diventa e può restare solo commercio di nicchia, o peggio, attività da ultima frontiera. Quando avremo perso anche Lucia e Donato, al di là di ciò che avremmo potuto acquistare e di cui avremmo potuto godere, quali saranno le cose che rimarranno? Nulla! Credo: solo un’ennesima corsa al consumo di ciò che non potrà avere la stessa vita che tali cose ebbero in una società più attenta ai consumi.

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