Published on Gennaio 20th, 2021 | Luca Cadez
0Natura affascinante: metronomo bio
L’ha vista per prima mia moglie Nadia, quella foglia d’erba solitari (guarda il video!) in mezzo ai cespugli che pareva segnare il tempo come un metronomo. Senza un alito di vento intorno. E non smetteva.
Eravamo nel nostro campetto a Moraro lo scorso sabato pomeriggio. Un giorno di sole, freddo, l’ultimo giorno in cui, causa lockdown, era possibile spostarsi da comune a comune. Volevamo dare solo un’occhiata agli alberi spogli, prendere un po’ di salvia e rosmarino e far correre la cagnetta. Giusto mezz’ora.
Ad un tratto, per caso o probabilmente per la sua continua, regolare oscillazione, quella foglia ha catturato la nostra attenzione. Nadia ha cercato il telefonino ma non ce l’aveva. Le ho dato il mio e ha subito ripreso il fenomeno, mi pare per 30 secondi.
Ma la foglia ha poi continuato a oscillare per tutta la mezz’ora successiva e probabilmente anche oltre. Volevo ritornare sul posto il giorno dopo e controllare però il rischio di prendere una multa di 400 euro (causa lockdown, come dicevo) mi ha scoraggiato.
Allora ho mandato il breve filmato ad alcuni amici e a collaboratori di Isonzo Soca e tutti hanno mostrato sorpresa, comunicandomi le loro prime impressioni sulle cause del fenomeno. Che vanno dalla corrente d’aria impercettibile, alla talpa sotterranea, all’animaletto che si dondola sulla foglia, al “mai visto una cosa del genere”, alla magia, all’arcano fino ai marziani, ai “Renziani” e ad altre amenità.
In uno di questi messaggi con video inviatimi, si vede in un giardino la foglia di una palma nana che oscilla dal basso all’alto e viceversa . Il video è stato trovato da un amico esperto di internet, probabilmente in un sito del tipo “stranezze della natura”. Anche noi avevamo azzardato che la “nostra” foglia fosse quella di una piccola palma spuntata da poco tempo, perchè avevamo già notato che i semi di questa pianta tendono ad attecchire facilmente. Per cui probabilmente questa pianta è più soggetta al fenomeno.
In un altro di questi messaggi un amico, a differenza degli altri di cui sopra, si è subito diffuso in lunghe riflessioni, ricerche e ipotesi sulle possibili cause di quella sorprendente foglia oscillante. E mi ha inviato numerosissimi messaggini nello stesso giorno. E’ laureato in fisica e ha lavorato fino a l’altr’anno in un importante istituto scientifico. E’ stato il primo a cui ho inviato il video. Provo a riassumere qui di seguito (in corsivo) i suoi pensieri, che mi ha comunicato uno dopo l’altro, anche a distanza di ore.
La foglia è un sistema elastico. Ha una frequenza propria, si dice “naturale”, di risonanza. Le altre foglie ed arbusti hanno frequenze diverse: pesanti, larghe, strette, robuste, eccetera. Quando arriva una eccitazione (o forza eccitante) con una certa frequenza di eccitazione, la foglia, e solo quella, entra in risonanza, vibra con quella frequenza . Orologio alla mano ho contato 57 oscillazioni nei trenta secondi del video, quindi 114 cicli (giri) al minuto, circa 2 cicli al secondo (più o meno), con una frequenza di 1.9 Hz. Potrebbe essere un motore nelle vicinanze, un trattore, una betoniera o forse siete stati voi a farla vibrare, con la vostra presenza… Beninteso, queste mie sono solo ipotesi. Un mio amico ha brevettato un sistema per far cadere (raccogliere) le olive. Funziona! L’albero sta “fermo” vibrando e cadono solo le olive. Comunque avete assistito ad un fenomeno interessante.
Devo dire che, al di là di queste ipotesi dell’amico fisico, mi ha colpito la sua insistenza nella ricerca di una spiegazione, propria di una mentalità scientifica, suppongo, che gli altri amici non hanno dimostrato. E ho pensato alle “due culture” quella umanistica e quella scientifica, un vecchio tema che in passato mi aveva interessato (per cui avevo comperato la “Storia del pensiero filosofico scientifico” in dieci volumi di Ludovico Geymonat, poi perduti in uno dei miei numerosi traslochi). Un tema che oggi è sicuramente da reimpostare per l’irruzione di computer, telefonino, eccetera. E non vado oltre. Mi sono ricordato inoltre di un mio lontano viaggio in Sicilia durante il quale in un giardino di un convento a Monreale ho messo il dito su una foglia di un cespuglio di “mimosa pudica” e la foglia si è subito chiusa.
Comunque il metronomo, con il suo inesorabile tic tac, mi ha ricordato la fatica nel apprendere l’abc del pianoforte, una delle ragioni per cui non ho mai imparato a suonarlo.