Editoriale

Published on Giugno 21st, 2021 |   Agostino Colla

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Tempi moderni

Ministri delegittimati politicamente perché “non eletti dal popolo”.

Presidenti delle Giunte regionali che diventano “governatori”.

Sindaci che dichiarano pubblicamente di non  voler rappresentare gli interessi di tutti i cittadini amministrati…

Ma perché in troppi continuano a dire e a scrivere, in tono dispregiativo, che il Governo in carica è formato da persone che ricoprono posti di grande responsabilità pur non essendo stati eletti dal popolo? Mi viene da rispondere con un’altra domanda. Quando mai i cittadini italiani sono stati chiamati a votare per eleggere il Presidente del Consiglio dei ministri e i Ministri ? la risposta si può sintetizzare in una sola parlola: mai.

E allora perché si continua a voler sminuire e a disprezzare l’operato del Governo definendolo “non rappresentativo della volontà popolare” quando si sa bene di mentire ? Solo per propaganda. Per quella volgare propaganda che consente a certi partiti ma soprattutto a singoli cosiddetti leader politici di accumulare consensi carpendoli ai cittadini (spesso pericolosamente inconsapevoli) con ogni mezzo, anche con le menzogne. Per quanto riguarda i Governi “non eletti”e il Presidente del Consiglio dei ministri “non eletto” ricordo a tutti  che un tale di nome Salvini, segretario nazionale della Lega, è stato vice presidente e ministro degli Interni nel Governo Conte 1,  presidente indicato dai 5 stelle, che non figurava eletto in consessi istituzionali, nominato dal Presidente della Repubblica su suggerimento delle delegazioni dei partiti che sostenevano la maggioranza costituitasi fra Movimento 5 stelle e Lega. Allora tutto andava bene. Fino a quando il nostro Salvini decise di sfilarsi dalla maggioranza. Da quel momento l’Italia e gli italiani furono sopraffatti dall’illegalità e dalla tirannia di Conte e della nuova maggioranza formatasi in Parlamento fra i partiti della Sinistra e il Movimento 5 stelle, avvallata dalla nomina del Presidente della Repubblica e dal successivo voto di fiducia di Camera e Senato. Né più ne meno di quello che prevede la nostra Costituzione. Lo stesso vale per il Governo Draghi, di cui fa parte la Lega di Salvini, attualmente in carica e per tutti i Governi che lo seguiranno fino a quando un Parlamento democraticamente e direttamente eletto dai cittadini non deciderà di modificare gli articoli relativi la nomina (e sottolineo nomina) del Presidente del Consiglio dei Ministri e dei Ministri come attualmente previsto dalla Costituzione della Repubblica Italiana del 1948 che peraltro Salvini e company dovrebbero ben conoscere.

Altra “menzogna di convenienza” è l’attribuzione del titolo di “governatore” ai Presidenti delle Regioni. Infatti la nostra Costituzione, per quanto riguarda l’organizzazione degli organi amministrativi di rappresentanza locale prevede che l’Ente regione sia costituito da: il Consiglio regionale direttamente eletto dai cittadini residenti nelle singole regioni; la Giunta regionale composta dagli Assessori regionali la cui nomina è avviene previa votazione del Consiglio; il Presidente della Giunta regionale, massima autorità politico/amministrativa della Regione, che viene eletto dal Consiglio. La figura del “governatore” non esiste. E’ stata creata dai propagandisti di professione per dare più peso politico al ruolo dei Presidenti delle Giunte tanto che buona parte dei cittadini è convinta che i (finti)governatori abbiano più poteri di quelli che in realtà gli sono concessi dalla Costituzione e dalle leggi vigenti. E’ curioso come tutti gli operatori dell’informazione abbiano da tempo acquisito il termine “governatore” sostituendolo a quello, costituzionalmente e politicamente corretto, di Presidente della Giunta Regionale.

Infine è importante che i cittadini sappiano che un politico (espresso da un partito di qualsivoglia colore o dalla cosiddetta società civile) eletto a cariche amministrative di rappresentanza in Regione o nei singoli Comuni, dopo la campagna elettorale, periodo limitato e organizzato da  apposite leggi, durante il quale potrà esprimere liberamente idee e programmi di parte, alla ricerca del necessario consenso elettorale. Una volta eletto alla carica di Sindaco o quant’altro, il nostro politico dovrà però  dimenticarsi di essere “uomo di parte” e, previo giuramento previsto dalla Costituzione, impegnarsi a favore di tutta la comunità amministrata, garantendo uguali diritti e altrettanti doveri per tutti i cittadini che la compongono. A questo proposito ricordo la gravissima affermazione pubblica della signora Cisint, Sindaco di Monfalcone (già riportata sul nostro giornale n. 116 dell’ottobre 2018), secondo cui se è vero che il 20 per cento dei cittadini di Monfalcone è di fede mussulmana “io sarò il Sindaco del rimanente 80 per cento”. Da allora niente è cambiato viste anche le recenti vicende relative alla formazione delle graduatorie per l’assegnazione degli alloggi Ater e le esclusioni di buona parte dei cittadini non “nativi” monfalconesi dagli aiuti di sostegno alla spesa degli affitti, argomenti che peraltro sono stati portati anche al giudizio della Magistratura e ampliamente pubblicati sulla stampa locale.

Luciano de Gironcoli

            


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