Editoriale

Published on Settembre 8th, 2022 |   Agostino Colla

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Evasione: mon amour

di Dario Ledri

La Repubblica di oggi (5 settembre) titola a tutta pagine (pag.10) che “l’evasione scende sotto i 100 miliardi”. Risultato senz’altro importante: si scende dai 109 miliardi del 2014  ai 107 del 2017 e  ai 99 del 2019, pari a tre manovre di bilancio da 33 miliardi annui! A fronte di questo furto ai danni della collettività perpetuato annualmente dagli evasori – che pur tuttavia godono di scuola pubblica, di salute pubblica e di sicurezza come tutti gli altri italiani che le finanziano con il gettito tributario – la Destra che si appresta a governare questo “povero Paese” insiste con la flat tax , con la rottamazione delle cartelle esattoriali in sintonia con la parola d’ordine del Berlusconi, condannato per frode fiscale ai danni dello Stato, che “non si mettono le mani nelle tasche degli italiani”.

Ma il dato più sconvolgente dell’articolo è che tasse, tributi, cartelle e multe non riscosse negli ultimi vent’anni assommano a 1.100 miliardi dovuti da persone fisiche e imprese (16 milioni di  persone e 3 milioni di società). Insomma, un popolo di evasori più volte graziati con la rottamazione delle cartelle, ora richiesta da Salvini per sancire quella che lui chiama “la pace fiscale”.

Certo lo Stato ci ha messo e ci mette del  suo se annualmente a fronte di 70 miliardi di crediti  ne incassa solo 10 e che una larga fetta del pregresso non riscosso è divenuto con il passare degli anni di fatto inesigibile.

In questo Paese da operetta, dunque, chi ci rimette é chi le tasse le paga e le ha pagate da sempre, in primis lavoratori dipendente e pensionati, e quella parte di lavoratori autonomi, professionisti, commercianti e imprese che hanno sempre rispettato le regole. Oggi per l’agenda di progressisti e riformatori le priorità sono due: tutela del lavoro dipendente in termini di sicurezza, salario, stabilità di impiego e formazione; lotta senza quartiere all’evasione. Insomma, diritti civili e minoranze sono parole d’ordine importanti e fondamentali per una società civile più giusta e rispettosa del’altro e delle minoranze ma se i progressisti e riformatori voglio riconquistare quel loro elettorato che non vive e frequente le ZTL deve prioritariamente schierarsi a difesa dei diritti sociali del mondo del lavoro operaio e intellettuale.


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